ANITA BATTE A MACCHINA
Teatro
ANITA BATTE A MACCHINA
«E allora penso: a quali sconosciute persone sono legata,
senza che io ne abbia conoscenza? Sono lontane, vicine?
Forse soffrono. Come vivono? Dove vanno?
Potrò incontrarle?»
Dal diario di Anita Pittoni: 12 novembre 1944
Anita è una donna e tante donne.
Anita cuce, ricama, sferruzza, inventa punti all’uncinetto.
Anita tesse la canapa e il lino, moderna aracne, crea vestiti per l’alta società.
Anita espone le sue creazioni a Roma, Milano e Venezia.
Anita batte a macchina e tutti i suoi amici letterati credono che lei abbia un dono, quello della scrittura.
Anita è forte e sensibile, è il guscio duro e la ‘scontrosa grazia’ dell’amico Saba.
Anita è irruenta e aggressiva.
Anita pensa troppo all’amore.
Anita incapace di amare.
Anita sempre sola, Anita piena di idee.
Anita a batér ciòdi, a sporcarsi le mani, a fare quello che nessuno vuol più fare.
Anita Pittoni nasce a Trieste il 6 maggio del 1901 e muore da sola nel 1982.
Artigiana, stilista, scrittrice, editrice, imprenditrice. Anita è una donna e tante donne insieme, con lei ci sono le voci delle donne triestine, forti, libere, ma anche insicure e provate. Attraverso le sue parole ripercorriamo un secolo e una città: Trieste, che – ancora oggi – nasce austriaca e muore italiana.
LO SPETTACOLO:
1982. Una stanza d’ospedale, una giovane infermiera siede accanto al letto di un’anziana paziente. La vecchia signora è qui da diverse settimane, riceve poche e misteriose visite, nessuna delle infermiere riesce a sopportarla più di qualche minuto, ha un passato ingombrante, e un nome famoso: Anita Pittoni, la Pittoni, come la chiamano tutti. È stata artigiana, artista, scrittrice, editrice, compagna di un noto scrittore, fondatrice di uno degli ultimi ‘salotti’ della città. Sono i suoi ultimi giorni di vita e a quella donna, così sola e particolare, si avvicina una giovane infermiera, l’unica in grado di starle accanto, lei è diversa, è paziente, ascolta, le parla, le chiede della sua vita. Con lei ricostruiremo il suo passato e insieme scopriremo il nostro futuro.
Drammaturgia e regia Gioia Battista
Con Giustina Testa
La voce di Anita Pittoni è Ariella Reggio
Drammaturgia sonora e immagini Nicola Ciaffoni
Produzione Caraboa Teatro
Foto di scena
ph. Massimo Battista
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