SALA PARTY

Teatro

SALA PARTY

Il verde è stato il colore di quella mattina.
Tutto verde.
La luce era verde e così la mia stanchezza.
I suoni erano attutiti da tutto quel verde.
Ovattati.
Ovatta.
Ovatta.
Ovatta sul braccio per tamponare il sangue,
e ovatta nel cervello per tamponare il flusso
di una coscienza che morde e si ribella.
Il mio camicione era verde e verdi le lenzuola.
Verdi le mie occhiaie e verde il vomito.
Un’alba verde di contrazioni e muscoli inadatti allo scopo,
di sudore acido e sapore di medicina in bocca.

Questo monologo è il racconto di una scelta e di quello che ne consegue.
È un lungo percorso a ostacoli, tra le corsie di un ospedale, tra le difficoltà fisiche e emotive, tra gli obiettori di coscienza e la voce della nostra di coscienza.

Di aborto terapeutico, l’interruzione volontaria di gravidanza oltre il primo trimestre, si parla poco, pochissimo. Questo spettacolo è una luce puntata sulla scelta, inevitabile, temuta e infine accettata.
È un testo che ci parla di vita, di morte e di una battaglia, quella per la libertà di scegliere sul proprio corpo, ancora troppo lontana.

Un’attrice sola sul palco, sola in tutti i sensi, come nel letto d’ospedale, come nelle undici lunghissime ore che precedono la resa, quell’assenza nel corpo e nell’anima, che è il lasciar andare una parte di sé. In questa solitudine, in questo vuoto, l’ironia è ciò che ci salva, un’ironia istintiva che ci protegge, come una scialuppa di salvataggio, come un vetro da rompere in caso di emergenza, come quell’appiglio sicuro sopra lo strapiombo.

L’ironia ci salva, come le parole, che diventano allo stesso tempo arma e cura.

di e con  Giustina Testa

preparatore Paolo Antonio Simioni

Clicca qui per scaricare la scheda tecnica dello spettacolo.

Foto di scena

ph. …

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